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E pensare che c’era il pensiero

Secondo Schopenhauer la musica è un quietivo per l’essere umano, con tutti i significati a cui può rinviare: dal semplice ascolto catartico al più profondo soliloquio interiore; dallo smascheramento della realtà all’intima liberazione da quel mondo che, come una giostra o una ballerina impazzita, volteggia freneticamente trascinandoci impotenti dietro di sé, attaccati alla superficie o alla gonna.

Il testo di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, riproposto in questo spettacolo da Maddalena Crippa, risale al 1994 ed è senza dubbio profetico. È il ritorno del teatro-canzone, di cui Gaber e Luporini sono stati artefici iniziali, che coinvolge perché lascia lo spazio … Continua a leggere »

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