By: Giovanni Altadonna
Stephen Jay Gould conduce, nel capitolo XI del monumentale volume La struttura della teoria dell’evoluzione, una significativa riflessione circa «l’importantissima proposizione di Nietzsche sul metodo storico»1. Non si tratta di una digressione peregrina. Il paragrafo dedicato a Nietzsche è collocato in posizione centrale all’interno di un capitolo che descrive l’itinerario di integrazione, nell’ambito della biologia evoluzionistica, tra funzionalismo e strutturalismo; a partire dalla “scienza della forma” di D’Arcy Thompson, fino alle formulazioni più recenti, da parte di Gould e colleghi, dei concetti di spandrel2 ed exaptation3.
Momenti fondamentali di tale percorso, esaminati in … Continua a leggere »
By: Daria Baglieri
Un teatrino di marionette
immerse nei colori immateriali degli anni,
di marionette che esteriorizzavano il Tempo:
il Tempo che, d’ordinario, non è visibile,
che per diventar tale va in cerca di corpi
e che, dovunque li incontra, se ne impossessa
per mostrar su di loro la propria lanterna magica.
Proust, Il tempo ritrovato
L’enigma del tempo
Il tempo, la coscienza del suo scorrere e, prima ancora, della sua realtà, hanno una consistenza innegabile nella vita quotidiana e nella fenomenologia dell’esperienza. Non solo, infatti, tutti gli organismi sono regolati da intrinseci ritmi cronobiologici – circadiani, infradiani e ultradiani, interditali, lunari e … Continua a leggere »
By: Alberto Giovanni Biuso e Enrico Moncado
Umanismo, antiumanismo, ultraumanismo
Il discorso heideggeriano -perché discorso e non sistema è una filosofia sempre aperta, asintotica, in cammino- ha un «carattere di cenno, di comunicazione di un appello», di una «povertà [che è] anche la sua ricchezza»1. A questo discorso Eugenio Mazzarella dedicò nel 1981 un libro che non solo «piccolo o grande che sia, ha avuto un suo destino negli studi heideggeriani» (9) ma che a quarant’anni di distanza mostra una freschezza, una perennità, una fecondità che appaiono evidenti e che hanno molte ragioni. Tra queste certamente l’acutezza ermeneutica e la profonda competenza che spazia all’interno … Continua a leggere »
By: Maria Teresa Catena
I Greci
Diciamocelo pure. Nella nostra vita, quotidiana o immaginata che sia, è il corpo a farla da padrone. Anche la lunga emergenza sanitaria che stiamo vivendo, da ormai quasi due anni, ci conferma, quando addirittura non amplifica, il ruolo da protagonista del corpo – certo, un corpo medicalizzato o che oppone resistenza ad esserlo, ma pur sempre un corpo.
Né siamo di fronte a una novità, soprattutto se si pon mente a quanto accaduto oramai svariati secoli or sono con la rivoluzione scientifica, vero e proprio movimento di crescente naturalizzazione o, se si vuole, di sempre più evidente … Continua a leggere »
By: Sarah Dierna
Un lavoro di filosofia impopolare
Non c’è nulla di misantropico nel riconoscere che sarebbe meglio non essere mai nati. Al contrario, diffidare di ogni forma di esistenza, dell’animalità umana come di quella non umana, rappresenta l’atteggiamento filantropico più onesto che si possa assumere. È questa la tonalità che David Benatar assume nel riconoscere che la vita «è sempre un male»1 e che non esserci, pertanto, sarebbe stata una condizione di gran lunga preferibile a quella dell’esistenza. Inizia col nascere la nostra permanenza nel mondo, prosegue pervasa dal dolore e dalla sofferenza, per concludersi con la morte. … Continua a leggere »
By: Lucrezia Fava
Fuori dal tempo, nella Mente Errante
«Dove e come si studia la medicina del Quando?»1 chiede Vincenzo Di Spazio, medico psicosomatico, promotore di una metodologia clinica olistica, notando come le scienze mediche trascurino la fondamentale questione del Tempo e ignorino quanto possa essere utile anche per esse affrontarla. Di Spazio, che invece è consapevole dell’importanza di una medicina del Quando, conduce la sua ricerca sul rapporto esistente tra l’evoluzione temporale dei vissuti umani e i mali di cui soffrono gli individui. La sua indagine implica perciò un riconoscimento fondamentale che la rende innovativa, profonda e proficua: il riconoscimento … Continua a leggere »
By: Enrico Palma
Non doveva più credere a nessuna speranza, ma prevenire ogni dolore accettandolo e divorandolo nell’isolamento. Considerarsi sempre in carcere.1
[…] und gewaltt über
Den Menschen hat, statt anderer Gottheit, sie,
Die allvergessende Liebe.2
La gioia come comprensione del dolore
Inizialmente questo doveva essere un testo diverso. La domanda che mi ero posto era: com’è possibile comprendere il male che subiamo e che affolla la mente sotto forma di affetti, passioni, idee confuse e scomposte, e una volta compreso trasformarlo in conoscenza per ricavarne gioia? In prima battuta bisogna anzitutto capire cosa sia questo male, forse lo scoglio più … Continua a leggere »
By: Eugenio Mazzarella
Sesso. Anche noi abbiamo fatto questo.
Ora non so più se è bisogno o desiderio.
Un modo di tenere in ordine i tendini.
Vedere se ancora turgide le vene.
Se pulsa la carotide il circolo del cuore…
La testa non se ne va.
Resta ferma a guardare
Il groviglio, il gesto, la spinta a sollevarsi
L’inarco delle reni, lo svuotarsi.
Finirà.
Ci siamo stati. Poteva essere diverso.
Nessuna piccola morte.
Solo l’attesa di quella grande, e vera
Unica estasi nel niente.
Quasi da chiedere scusa a chi ci crede.
Bisognerebbe fosse
Una cosa da professionisti, meno vile.
Metto qui … Continua a leggere »