Leopardi, Zoroastro e i due princìpi: tra Oromaze e Arimane. I parte
Abstract
Il presente contributo costituisce la prima delle due parti che compongono un saggio più ampio nel quale viene considerato il pensiero di Leopardi in riferimento ai principi di bene e male presenti nella religione iranica ed egiziana e alla figura di Zoroastro.
Il lavoro insiste soprattutto sulle Dissertazioni filosofiche (1811-1812), uno scritto giovanile nel quale sono già ravvisabili alcuni elementi centrali anche del successivo sviluppo del pensiero di Leopardi. Questa prima parte del saggio mette in luce le tracce rilevabili negli scritti leopardiani delle opere di Chateaubriand, Gemisto Pletone, Hyde e del domenicano Valsecchi. Sottolinea inoltre l’assenza in Leopardi dei termini dualismo e coeterno (presenti, per essere condannati come eretici, nei testi di alcuni apologisti cattolici), per concludere interpretando la posizione di Leopardi come un rifiuto della parificazione tra principio buono e principio cattivo.
The present paper constitutes the first of two parts which compose an essay in which Leopardi’s thought is considered in reference to the principles of good and evil present in Iranian and Egyptian religion and the figure of Zoroaster. This work focuses primarily on the Dissertazioni filosofiche (1811-1812), a youthful writing in which some central elements of Leopardi’s subsequent work are already present.
This first part of the essay highlights the traces detectable in Leopardi’s writings of the works of Chateaubriand, Gemistus, Plethon, Hyde, and the dominican Valsecchi. Furthermore, it underscores Leopardi’s absence of the terms dualism and coeternal (present, to be condemned as heretical, in the texts of certain Catholic apologists), concluding by interpreting Leopardi’s position as a rejection of the equalization between the principle of good and the principle of evil.
Parole chiave
Leopardi, Zoroastrismo, dualismo, filologia
Leopardi, Zoroastrism, dualism, philology
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