Recensioni
Proust e i segni
La traccia individuata e seguita da Deleuze per dipanare un itinerario all’interno della Recherche è il segno. L’opera proustiana è una mirabile distesa di geroglifici codificati dall’autore e offerti al lettore per essere decrittati. La realtà è per lo più costituita di frammenti semantici da raccogliere, interpretare e organizzare. I frustoli fenomenici sono il basamento su cui ogni opera letteraria (e dunque ogni opera artistica stricto sensu) deve edificarsi. I segni sono sparsi confusamente nel mondo e ciò che li sostanzia, ovvero la loro reciproca differenza, deve essere ordinata e infine ricomposta. La differenza intrinsecamente temporale tra
La Metafisica nel pensiero di Heidegger
Martin Heidegger è rimasto sempre fedele al metodo in cui la fenomenologia consiste, pur nella peculiarità e radicalità dell’uso che ha fatto dei contenuti fenomenologici. A testimoniarlo sono alcuni dei concetti fondamentali della sua filosofia: la verità come apparire e manifestazione, e non come rappresentazione costruita da un soggetto; il tempo come unità estatica del divenire, e non come segmenti discreti e quantizzanti; l’Ereignis come oltrepassamento della separazione tra mente e mondo.
Nella prospettiva heideggeriana la domanda guida (Leitfrage) chiede che cosa sia l’ente, la domanda fondamentale (Grundfrage) si interroga su come accada (… Continua a leggere »
È da lì che viene la luce
Liberamente tratto dalla biografia, per lo più romanzata, del fotografo Wilhelm von Glöden (Wismar, 1856 – Taormina, 1831), Abbadessa ci regala la possibilità di scrutarne la vita da una delle tante prospettive possibili. Siamo nel ventennio fascista, 1931-1932. Il barone Ludwig von Trier è un fotografo tedesco quarantenne che vive a Taormina. La sua governante, Elena Amato -soprannominata ‘a tidisca per la sua bellezza dai tratti nordici -, ha per lui un amore autentico e puro che non travolge i sensi ma dai sensi è alimentato. E ne è ricambiata. Una sorta di amor intellectualis Dei: attraverso infatti … Continua a leggere »
Les Misérables
Les Misérables
di Ladj Ly
Francia, 2019
Con: Damien Bonnard (Stéphane), Alexis Manenti (Chris), Djibril Zonga (Gwada)
«Mi rivolgo al presidente Macron: vada a vedere il nostro film, perché è un avvertimento del pericolo di violenza assoluta in cui versa la Francia, il vaso è quasi colmo e l’impressione è che nessuno ci stia ascoltando!». Questo l’invito rivolto dal regista Ladj Ly alle autorità francesi. Nato da genitori del Mali, Ladj Ly ha girato vari documentari dedicati a Montfermeil, la banlieue dove è cresciuto e dove Victor Hugo compose Les Misérables. Questo regista sa dunque di che cosa … Continua a leggere »
De Chirico e i volti della metafisica
Giorgio de Chirico torna a Genova dopo venticinque anni dalla mostra del 1993 che segnava la rinascita della città con il restauro di Palazzo Ducale. Altrettanto simbolicamente il Pictor Optimus compie, a quarant’anni dalla morte e nel centenario del suo discusso e apparente volte-face nei confronti del periodo metafisico, l’ennesima tappa di un viaggio senza fine.
La scelta di un percorso tematico, piuttosto che cronologico, attraverso stanze metafisiche in cui passato presente e futuro sono trama dell’eterno, segna la cifra esistenziale ed estetica che la mostra intende percorrere con passaggi apparentemente enigmatici. Il viaggio e il ritorno sono termini … Continua a leggere »
Euripide a Siracusa
Conversando con Eckermann il 28 marzo del 1827 Goethe affermò che «wenn ein moderner Mensch wie Schlegel an einem so großen Alten Fehler zu rügen hätte, so sollte es billig nicht anders geschehen als auf den Knien», ‘se un moderno come Schlegel avesse da rimproverare un così grande antico per qualche errore, gli dovrebbe essere consentito farlo soltanto in ginocchio’1. Il ‘großen Alten’ al quale Goethe si riferisce è Euripide.
La profondità del giudizio di Goethe è stata confermata dal ritorno quest’anno del poeta a Siracusa con due tragedie: Τρώαδεςe Ἑλένη. A metterle in scena, rispettivamente, Muriel … Continua a leggere »
Impoeticamente corretto
«…Poeticamente abita l’uomo…» era il titolo del saggio di Heidegger che riprendeva un verso di Hölderlin, ma in realtà il Mago di Messkirch1 pensava all’abitare impoetico. Un abitare che non ha soltanto a che fare con l’interno architettonico delle nostre abitazioni ma con quello spazio più grande in cui viviamo e in cui involontariamente siamo stati gettati: il Grande Interno che tutti accomuna e che chiamiamo Terra.
Accade però che di questo abitare impoetico pochi siano consapevoli, di questa frattura con la natura pochi conoscano il vero significato, di questo stordito modo di appropriarci … Continua a leggere »
La libertà di Machiavelli
Pensare ai confini del potere. Pensare al potere nel suo sviluppo storico e teoretico dalle epoche che ci precedono fino ai giorni nostri. Riflettere intorno a quell’antico “gioco” che l’Homo sapiens, animale tra gli animali, esercita da sempre. Libertà ostinata. Machiavelli e i confini del potere è un’occasione per tentare di rispondere a domande antiche che la filosofia pone in essere: chi è l’uomo?; «Dove abita dunque la libertà?». Parlare della libertà, categoria semplice ma ambigua, rispecchia l’esigenza dell’uomo di fare chiarezza intorno alla propria esistenza. E quale punto di partenza migliore di colui che viene … Continua a leggere »
La via degli dèi
Nostalgia e iniziazione sono due parole fondamentali di ogni percorso teoretico. Nostalgia del luogo ontologico che una volta il corpomente era e abitava. Perché, come afferma Pindaro, «unica è la stirpe degli uomini e degli dèi e da un’unica madre entrambi hanno respiro» (Nemea, 6,1-39). Nel linguaggio della Gnosi si dice ‘diventare dio’, nel linguaggio di Nietzsche si dice Übermensch, oltreuomo. Sia per la Gnosi sia per Nietzsche la conoscenza è itinerario verso «un génos, una ‘stirpe’, una ‘razza’ che oltrepassa l’umano. Dai misteri antichi all’alchimia, un unico profondo e sostanziale intento orienta i riti … Continua a leggere »
Don Juan
Il desiderio. Il puro desiderio del piacere animale, che è una delle due forme autentiche e vere del piacere. L’altro è quello filosofico e gnostico della comprensione «di chi eravamo, di che cosa siamo diventati, di dove eravamo, di dove siamo stati gettati, del luogo verso cui tendiamo, di che cosa possa liberarci, di che cosa sia davvero stato la nascita, di come possiamo riscattarla e finalmente rinascere»1. È il desiderio dell’oltre, simile a quello che nutre l’opera e la vita di Faust. Un oltre per il quale Don Giovanni fa il nome di Μέγας … Continua a leggere »