Temi (II)
L’Epistola ai Romani di Karl Barth. Il confronto con Paolo e le istanze di rinnovamento teologico e religioso
Abstract
Il saggio analizza l’opera pensata dal giovane Barth come un commentario della Lettera ai Romani di Paolo. L’Apostolo scrisse la sua ultima epistola a Corinto nel 57-58. L’obiettivo del teologo svizzero era quello di oltrepassare la prospettiva della “Teologia liberale”, da lui apertamente criticata e proporre una diversa concezione di Dio, chiamata successivamente “Teologia dialettica”.
The paper analyzes the work conceived by the young Barth as a commentary on Paul’s Letter to the Romans, written in Corinth in 57-58. The aim of the Swiss theologian was to go beyond the perspective of the so-called, “Liberal theology” openly criticized, … Continua a leggere »
Il sacro e il trauma. Sul deinòs pònos di Cassandra nell’Agamennone di Eschilo
Abstract
Lo studio si propone di esplorare l’ambiguo rapporto tra sacro e trauma adottando gli strumenti che sono propri della filosofia del tragico, l’ermeneutica e l’etica antica. Per farlo, verrà analizzato il personaggio di Cassandra nell’Agamennone di Eschilo, sacerdotessa ferita e violata dal suo stesso dio, donna – per usare un’espressione della poetessa Candiani – dalle «ferite inguaribili». Il sacro sarà investigato come spazialità mai completamente protetta (come nel caso del theatron e del migadāya) ma anche come tensione e compito etico per una vita illuminata dalla sapienza. Tuttavia, la luce offerta dal Lossìa – il Ritorto, … Continua a leggere »
Sacrificio e innocenza: una declinazione del sacro nel Canone buddhista pāli
Abstract
Nella società indiana al tempo del Buddha il rapporto con il sacro (inteso come alterità, trascendenza o senso ultimo) si declina in una varietà di modalità e combinazioni e, di conseguenza, produce una varietà di figure distinte eppure intrecciate tra loro. Queste modalità e queste figure assumono tratti specifici all’interno delle scritture buddhiste in lingua pāli, in particolare in quelle canoniche. L’esame di passi esemplificativi del Canone buddhista pāli permette di affrancare l’idea di sacro da reti concettuali strettamente teologiche, di mettere in luce la valenza filosofica di questa declinazione del sacro, e infine di individuare gli scenari … Continua a leggere »
«Almeno sposto la polvere». Pensiero e poesia: il mistico
Abstract
Nel loro rapporto intimo e antico, poesia e filosofia rompono gli argini dei confini disciplinari e degli schemi ordinari del pensare. In questo modo hanno la possibilità di attingere alla dimensione del sacro nella specifica forma del mistico nel preciso senso di un legame nella distanza. Distanza dal mondo che però accade tutta nell’immanenza del mondo.
In their intimate and ancient relationship, poetry and philosophy break the banks of disciplinary boundaries and ordinary thought patterns. They thus have the possibility of drawing on the dimension of the sacred in the specific form of the mystical, in the sense … Continua a leggere »
L’umanesimo e il Sacro. A partire da Marsilio Ficino
Abstract
Il saggio propone una riflessione sul sacro nel pensiero di Marsilio Ficino. Attraverso l’analisi delle opere ficiniane, viene presentata la complessità del concetto non soltanto in contrapposizione al profano, ma anche in relazione a nozioni affini (divino, santo). Ne risulta una peculiare “filosofia della religione” che vede nel sacro, tanto pagano quanto cristiano, la manifestazione della divinità. Lo “svelamento” delle tradizioni sapienziali, accomunate dalla “teologia platonica”, consente di osservare sotto una nuova luce la rivelazione cristiana, nella prospettiva di rinnovamento della fede che lega gli umanisti del tardo Quattrocento.
The essay offers a reflection on the sacred in … Continua a leggere »
Un argomento misantropico per l’antinatalismo
Traduzione di Sarah Dierna
La «razza più perniciosa di piccoli detestabili vermi a cui la natura abbia mai permesso
di strisciare sulla faccia della Terra».
J. Swift, I viaggi di Gulliver, Parte II, capitolo 6
Alcuni argomenti per la conclusione che è (sempre) sbagliato portare qualcuno al mondo sono ciò che definisco argomenti “filantropici”. Essi nascono dalla preoccupazione per il benessere di coloro che sarebbero portati al mondo. Secondo questi argomenti, venire al mondo rappresenta un danno piuttosto grave – o comporta un rischio piuttosto elevato di subire un danno grave per le persone portate … Continua a leggere »
L’inclinazione artistica come “disposizione per il mondo”
Non occorre rinviare a Wagner e all’ideale del Gesamtkunstwerk né per converso fare riferimento alla teoria estetica adorniana e alla critica moderna al concetto di totalità per osservare come il pensiero sull’arte degli ultimi secoli si sia prioritariamente orientato verso l’idea di un compito dell’arte rivolto verso un afferramento o comprensione della realtà in quanto totalità. Totalità compresa e rappresentata mimeticamente, oppure totalità (ri)creata originariamente nel discorso artistico, secondo le due metafore concorrenti dello specchio e della lampada1, oppure persino totalità ormai infranta, perduta e irraggiungibile ma pur sempre assunta come referente, tanto più ineludibile quanto più … Continua a leggere »
Sette contro Tebe: un dramma nel suono
Introduzione
Was ist eine attische Tragödie? In riferimento alla domanda di Wilamowitz-Moellendorff, titolo dell’introduzione al suo monumentale commento all’Eracle di Euripide (1889)1, i tentativi di risposta in ambito filosofico hanno seguito fino a oggi tre approcci principali. Posta la differenza tra tragedia e tragico, come diversi studiosi hanno rilevato2, in quanto solo nella modernità il tragico diviene un problema (concetto) filosofico che risulta mantenere un rapporto più o meno forte con la tragedia, si vuole rispondere alla domanda iniziale partendo dalla definizione di Eschilo come poeta di un pensiero tragico. Se si considera la … Continua a leggere »
La via cartesiana alla fenomenologia della soggettività trascendentale
La centralità teoretico-epistemologica assunta dalla soggettività nella costruzione di una conoscenza universalmente valida rappresenta uno dei tratti specifici sviluppati dalla modernità già a partire da Descartes, cui convenzionalmente (anche se non unanimemente) la storiografia filosofica tradizionale suole attribuire il titolo di iniziatore e inveratore di questo nuovo approccio speculativo. Nelle Lezioni sulla storia della filosofia Georg Wilhelm Friedrich Hegel, introducendo i caratteri della metafisica e della gnoseologia moderne e sottolineando i contributi apportati a tali branche da Spinoza e, ancor prima, da Descartes, così riferirà di quest’ultimo: «Cartesius segna un nuovo inizio in tutti i campi. Il pensare, il … Continua a leggere »
Epistemologia, noesi e libertà
Epistemologia fenomenologica
Uno dei punti più controversi all’interno della riflessione sulla scienza è la sua peculiare tendenza a ergersi a conoscenza universale e oggettiva. È quindi utile cercare di comprendere in che senso vengono utilizzate queste due parole. Se per “universale” si intende l’obiettivo di possedere la completezza totale delle conoscenze, ci si rende subito conto di quanto questa pretesa sia ambiziosa. Come la filosofia socratica ci insegna, si può anelare alla conoscenza soltanto in quanto si è consapevoli di non possederne alcuna. La consapevolezza del limite e delle proprie mancanze è ciò che innesca lo sforzo teoretico e … Continua a leggere »