Temi (II)

Un argomento misantropico per l’antinatalismo

Traduzione di Sarah Dierna

 

La «razza più perniciosa di piccoli detestabili vermi a cui la natura abbia mai permesso
di strisciare sulla faccia della Terra».
J. Swift, I viaggi di Gulliver, Parte II, capitolo 6 

Alcuni argomenti per la conclusione che è (sempre) sbagliato portare qualcuno al mondo sono ciò che definisco argomenti “filantropici”. Essi nascono dalla preoccupazione per il benessere di coloro che sarebbero portati al mondo. Secondo questi argomenti, venire al mondo rappresenta un danno piuttosto grave – o comporta un rischio piuttosto elevato di subire un danno grave per le persone portate … Continua a leggere »

L’inclinazione artistica come “disposizione per il mondo” 

 

Non occorre rinviare a Wagner e all’ideale del Gesamtkunstwerk né per converso fare riferimento alla teoria estetica adorniana e alla critica moderna al concetto di totalità per osservare come il pensiero sull’arte degli ultimi secoli si sia prioritariamente orientato verso l’idea di un compito dell’arte rivolto verso un afferramento o comprensione della realtà in quanto totalità. Totalità compresa e rappresentata mimeticamente, oppure totalità (ri)creata originariamente nel discorso artistico, secondo le due metafore concorrenti dello specchio e della lampada1, oppure persino totalità ormai infranta, perduta e irraggiungibile ma pur sempre assunta come referente, tanto più ineludibile quanto più … Continua a leggere »

Sette contro Tebe: un dramma nel suono 


Introduzione 

Was ist eine attische Tragödie? In riferimento alla domanda di Wilamowitz-Moellendorff, titolo dell’introduzione al suo monumentale commento all’Eracle di Euripide (1889)1, i tentativi di risposta in ambito filosofico hanno seguito fino a oggi tre approcci principali. Posta la differenza tra tragedia e tragico, come diversi studiosi hanno rilevato2, in quanto solo nella modernità il tragico diviene un problema (concetto) filosofico che risulta mantenere un rapporto più o meno forte con la tragedia, si vuole rispondere alla domanda iniziale partendo dalla definizione di Eschilo come poeta di un pensiero tragico. Se si considera la … Continua a leggere »

La via cartesiana alla fenomenologia della soggettività trascendentale

 

La centralità teoretico-epistemologica assunta dalla soggettività nella costruzione di una conoscenza universalmente valida rappresenta uno dei tratti specifici sviluppati dalla modernità già a partire da Descartes, cui convenzionalmente (anche se non unanimemente) la storiografia filosofica tradizionale suole attribuire il titolo di iniziatore e inveratore di questo nuovo approccio speculativo. Nelle Lezioni sulla storia della filosofia Georg Wilhelm Friedrich Hegel, introducendo i caratteri della metafisica e della gnoseologia moderne e sottolineando i contributi apportati a tali branche da Spinoza e, ancor prima, da Descartes, così riferirà di quest’ultimo: «Cartesius segna un nuovo inizio in tutti i campi. Il pensare, il … Continua a leggere »

Epistemologia, noesi e libertà

 

Epistemologia fenomenologica

Uno dei punti più controversi all’interno della riflessione sulla scienza è la sua peculiare tendenza a ergersi a conoscenza universale e oggettiva. È quindi utile cercare di comprendere in che senso vengono utilizzate queste due parole. Se per “universale” si intende l’obiettivo di possedere la completezza totale delle conoscenze, ci si rende subito conto di quanto questa pretesa sia ambiziosa. Come la filosofia socratica ci insegna, si può anelare alla conoscenza soltanto in quanto si è consapevoli di non possederne alcuna. La consapevolezza del limite e delle proprie mancanze è ciò che innesca lo sforzo teoretico e … Continua a leggere »

Conversazioni artificiali. Esseri umani e chatbot

 

Nell’estate del 1955 due ingegneri elettronici, John McCarthy e Nathaniel Rochester, e due matematici, Marvin Minsky e Claude Shannon, stesero quella che è conosciuta informalmente come “Proposta di Dartmouth” in previsione di una conferenza che avrebbe avuto luogo l’anno successivo presso l’omonima Università del New Hampshire. L’ipotesi fortemente congetturale, e ad oggi ampiamente disattesa, che guidava gli organizzatori preannunciava la possibilità di descrivere ogni aspetto dell’apprendimento e qualsiasi altra caratteristica dell’intelligenza in modo talmente preciso da poter gettare le fondamenta della loro replicabilità in una macchina. In ordine di elencazione, il primo campo di indagine era costituito dal linguaggio[1]. … Continua a leggere »

Some observations on plants cognition

 

Fundamentals

Determining what cognition is and which systems are cognitive has long characterized the investigation of philosophy of mind. In this paper, I would like to address the question of cognition in plants1.
Indeed, plants are capable of an impressive range of behaviors. For example, they can learn, but also make decisions concerning the acquisition of their own resources, which are fundamental to their survival2.
Thus, I would like to defend the hypothesis of considering a form of cognition in plants. This process has already begun for some non-human animals3, for which several … Continua a leggere »

Fenomenologia, scienza e metafisica della mente nella natura: una proposta di sviluppo della neurofenomenologia

 


1 Introduzione: la crisi delle scienze e il problema della coscienza

In questo lavoro, mi propongo di illustrare una linea di sviluppo della neurofenomenologia di Francisco Varela1, al fine di delineare una risposta al problema del rapporto tra fenomenologia e scienza. La fenomenologia di Edmund Husserl, infatti, si sviluppa come una critica radicale della conoscenza che prende avvio dalla “messa tra parentesi” di tutte le conoscenze scientifiche date. Ciò al fine di interrogarsi sulle condizioni di possibilità della conoscenza in generale e della conoscenza scientifica in particolare. Nella sua ultima opera – La crisi delle scienze europee Continua a leggere »

Fenomenologia, scienze e libertà. Una riflessione

 

Crisi

In un articolo del 1955 intitolato Einstein e la crisi della ragione Merleau-Ponty scrive che se con la definizione di spirito classico si volesse intendere quel pensiero che dà per scontata la razionalità del mondo, Einstein sarebbe allora l’ultimo esponente dello spirito classico e l’esponente più radicale. Perché? Perché mentre il pensiero classico poteva contare su una infrastruttura o cartesiana, – in cui il divino sta a garante della struttura del mondo conoscibile – o idealista, per cui reale è solamente ciò che può essere pensato dal soggetto, Einstein descrive la razionalità «come un mistero e come il … Continua a leggere »

Scienza e politica nelle tecnologie dell’evidenza

 

1 Tecnologie invisibili

«Tecnologie dell’evidenza» – o anche «evidentiary technologies productive of truth»1 – è l’espressione che oggi si adopera per indicare le tecnologie finalizzate a evidence-based practices o evidence-based policies (EBP), ossia a quelle che ormai sono implicitamente o esplicitamente le pratiche politiche che hanno preso il posto della politica tout court2.
La prima significativa implementazione di questo modello si deve, a fine anni Novanta, a Tony Blair e al suo libro bianco Modernising Government, il quale invitava appunto a «mettere in discussione i modi ereditati di fare le cose e ad abbandonare il … Continua a leggere »

Accedi | Gestione | Alberto G. Biuso e Giusy Randazzo © 2010-2023 - Periodico - Reg. Trib. Milano n. 378 del 23/06/2010 - ISSN 2038-4386 -

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