Nees

Flashbook

Cos’è stato il libro nella storia? Qual è il significato della sua esistenza? Senza dubbio è stato un veicolo di informazione, un modo più raffinato e duraturo del racconto orale per trasmettere il proprio pensiero ai posteri. Ma è anche stato un mezzo di protesta, contro un regime, contro una dottrina scientifica retriva, contro delle persecuzioni, e chi più ne ha più ne metta.

Cos’è invece per noi, oggi? Ha ancora quel valore che gli si addice? Quel ruolo di centralità culturale che gli si deve attribuire? Personalmente credo di no. Da un gruppo di studenti universitari è nata l’esigenza … Continua a leggere »

Il sogno lucido

Da quando è uscito il film Inception si sente spesso parlare di sogni lucidi. Dato che l’argomento mi interessa, ne ho parlato con un mio amico, Paolo, che anni fa era un buon onironauta. Pur non essendo uno specialista, ha saputo darmi delle spiegazioni molto interessanti.

Il sogno lucido è un tipo di sogno nel quale si ha la consapevolezza di trovarsi nel mondo onirico e, di conseguenza, si ha pieno controllo di sé e del mondo circostante. A tutti noi è successo di rendersi conto di essere in un sogno, ma quasi mai riusciamo a evitare che tutto sfumi … Continua a leggere »

Il “disillusionista”

Innanzitutto, le persone. In un film dove ogni personaggio, protagonista o comparsa che sia, trova una sua intensa -e spesso impietosa- caratterizzazione al limite della caricatura, come si può trascurare quell’intimo universo riunitosi per assistere all’ultima opera del regista di Appuntamento a Belleville, Sylvain Chomet? Ecco: una bimba dagli occhi dispettosi sgambetta sprofondata nella poltrona mentre finge di accarezzare un pianoforte immaginario con le piccole dita inquiete; accanto a lei, un flemmatico nonno posa con insistenza lo sguardo sullo schermo ancora insolentemente bianco (quando si deciderà a splendere ammaliante e a catturare la piccola?). Entra un’anziana signora, impellicciata, che … Continua a leggere »

Epitafio al modo di Gorgia

Perché si pone una domanda? Per sapere oppure per mettere in difficoltà o per dubitare d’una proposizione. È forse bene avere uno Stato? Sta dunque male negare lo Stato? Non è che ci sia mai stato uno Stato: tanti ve ne furono, ma uno mai.
Da una parte quando fu fatto il primo Stato subito le genti vicine per sopravvivenza ne fecero un altro, poiché sole erano deboli, dall’altra mentre fu istituita la più antica associazione, essendo le genti umane sparse per il globo, certamente altrove ve ne fu una altrettanto antica. È certo che la sicurezza è dovere degli … Continua a leggere »

Fantasia e dubbio: i motori del pensiero

In Italia gli studenti universitari delle Facoltà scientifiche sono in crescente aumento, a discapito delle facoltà umanistiche, con qualche eccezione come Giurisprudenza. Questo perché? Per due principali motivi. Il primo, più banale da capire, per questioni di futuro, di lavoro. Le facoltà scientifiche sembra che abbiano più sbocchi lavorativi, perché sono più specifiche, più mirate. Per esempio le facoltà legate alle tecniche sanitarie, che prima erano tutte specializzazioni della facoltà di Medicina, ora sono separate. Ma il fatto che ci sia più lavoro è solo un’impressione. Il secondo motivo è la differenza concettuale tra le due branche di studi. Infatti … Continua a leggere »

Io

Cosa vuol dire essere se stessi? E soprattutto si ha il potere di scegliere per la propria vita?

Essere se stessi, a una prima occhiata, potrebbe voler dire dar voce ai propri desideri e ai propri pensieri, seguire i propri sogni e rispettare ciò che si è: il nostro io.
Basta parlare della nostra personalità, del nostro carattere, dei nostri atteggiamenti, della percezione che abbiamo di noi stessi e degli altri per descrivere il nostro vero io? Apparentemente potrebbe bastare, ma non bisogna mai dimenticare che tutti questi elementi, con il tempo, crescendo, cambiando, possono mutare. Cosa significa ciò? Che … Continua a leggere »

Scuola pubblica, coscienza critica e società civile

Uno dei principali difetti della passività e della subalternità intellettuale è di concepire la cultura come ammaestramento ed esercizio retorico e di concepire l’intellettuale come corifeo dello stato di fatto e del potere. Secondo tale prospettiva quello che importa è accumulare nozioni ed essere in grado di esibire all’occasione un’erudizione vuota ed esornativa da porre al servizio del miglior offerente. Così purtroppo è accaduto nella nostra tradizione culturale e politica, dove spesso anche gli intellettuali hanno seguito la norma tutta italiana che prescrive di accettare qualsiasi governo a patto che sia vantaggioso per il singolo che proferisce il proprio giudizio, … Continua a leggere »

I migliori anni della nostra vita

È una calda domenica di ottobre, il sole scalda la mia schiena e la roccia è piacevolmente tiepida nella palestra di arrampicata di Punta Manara. Seduti su un masso a sorseggiare tè troppo caldo, io Giovanni e Andrea vogliamo goderci un momento di tranquillità prima di legarci e cominciare a scalare. Giovanni non tarda a rivolgermi la solita domanda che mi pone ogni volta che ci incontriamo: “Dove sei di Filosofia?”

“Kant.”

“Ah, mi piaceva al liceo Immanuel, è in parte colpa sua se ho fatto certe scelte. Beh, del resto non può non piacerti Kant quando hai diciotto anni, … Continua a leggere »

Un palcoscenico illuminato. Camminando sulla fune di un sogno

Vuoto.

Lo spazio è vuoto. Un palcoscenico illuminato. Nient’altro.

Gli occhi lo attraversano ma il corpo è paralizzato.

Ricordo il giorno della prima selezione: destinazione Milano, Teatro Scuola Paolo Grassi, in testa un monologo, un dialogo e una poesia. Nei corridoi -mentre attendevo il mio momento- un via vai di provinanti: c’era chi stava seduto per terra e fra sé e sé ripeteva la parte, chi per distrarsi ascoltava l’i-pod e chi camminava avanti e indietro in preda all’ansia. Provavo a immaginare le storie di questi “chi”, cosa li aveva portati sulla strada della recitazione, cosa li aveva spinti a … Continua a leggere »

Se puoi guardare, osserva

Cecità. Accecante -nel senso letterale del termine- luminosità che tutto occulta. Luce che nasconde. È un ossimoro che ben condensa la realtà a cui Josè Saramago, nel suo romanzo Cecità, ci pone di fronte. Una nube lattiginosa, denominata come mal bianco dalle ancora valenti autorità mediche, si accende nello sguardo e nella mente di un’ipotetica popolazione destinata a farsi carico della sorte di un’umanità che non potrà più riconoscersi come tale. Obbligata a ricercarsi, ricomponendo a tentoni i brandelli di quelle usanze tipiche del vivere umano, i suoi codici, la sua morale. Un’umanità in cerca di se stessa. E forse … Continua a leggere »

Accedi | Gestione | Alberto G. Biuso e Giusy Randazzo © 2010-2023 - Periodico - Reg. Trib. Milano n. 378 del 23/06/2010 - ISSN 2038-4386 -

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