Recensioni

Breve storia di (quasi) tutto

Sfogliando i libri, penso sia capitato a tutti di imbattersi in dei minuscoli ragnetti rossi. Tutti intenti nella loro umile vita, è evidente che nulla sanno del contenuto dei ponderosi tomi sui quali scorrazzano e nulla concepiscono degli alati pensieri di noi, gli umani (e forse sopravvalutati) lettori.

Eppure, per quanto ci possa apparire strano, siamo parenti stretti, e condividiamo molto, molto di più di quanto ci possa apparire.

Questo è, secondo me, il tema fondamentale della Breve storia di (quasi) tutto di Bill Bryson. Le grandi scoperte della fisica, dell’astronomia, della fisica atomica, della biochimica, della paleontologia, ci conducono … Continua a leggere »

Storia di Jay

Storia di Jay è un breve ma suggestivo romanzo di Giorgio Montaudo, professore di Chimica Industriale presso l’Università di Catania e già Presidente dell’Accademia Gioenia, esperto di chimica dei materiali polimerici con uno spiccatissimo interesse verso temi epistemologici e una passione verso la scienza dell’antichità greca. Proprio da questa passione, nutrita da lunghi anni di molte letture, nasce questo romanzo. La cornice è semplice, rappresentando essa un pretesto per fornire al lettore uno spaccato ben documentato della scienza greca fra IV e III sec. a.C. Alla fine del XXII secolo un gruppo di mutanti, nel silenzio e nell’ombra, riesce a … Continua a leggere »

Aspasia, la maestra

Il saggio su Aspasia di Daniela Mazzon è scritto con uno stile che sta tra il saggio storico romanzato di un tempo e lo stile scientifico contemporaneo. Si tratta di una via di mezzo che non allontana, anche se spesso può lasciare un po’ perplessi. Si amplia comunque, in tal maniera, il raggio dei possibili lettori che superando la schiera degli intellettuali si apre a un pubblico di colti e meno colti attirati, più che dal gossip storico sul legame dell’etera con Pericle, dalla figura di una donna incantevole e saggia. Ad Atene -come ho avuto modo di illustrare nel … Continua a leggere »

Dimenticare Cartesio

Due sono i temi dominanti di Dimenticare Cartesio di Francesco Pullia: la separazione tra mondo umano e mondo animale, che genera la violenza del primo sul secondo, e l’idea -politica, etica e anche religiosa- della nonviolenza. Il filo rosso che lega i due temi è la convinzione che la violenza nei confronti degli animali e della natura tende a dilagare e coinvolge inevitabilmente l’uomo stesso. Non è un caso che autori come Isaac Singer o Theodor Adorno abbiano operato un parallelo tra i campi di concentramento e i macelli, il primo parlando della eterna Treblinka dei mattatoi, il secondo sostenendo … Continua a leggere »

La fine di tutto

Un vuoto quasi perfetto. Questo è l’universo che conosciamo e nel quale abitiamo. Uno spazio gelido e buio, «composto per il 74 per cento di energia oscura, per il 21 di materia oscura e per il 5 di materia ordinaria», dentro la quale il materiale che compone le stelle non va oltre lo 0,5 per cento dell’intero cosmo (p. 270). È da questo vuoto che è venuto ciò che chiamiamo “vita” e da questo vuoto verrà la distruzione, o attraverso l’evento traumatico dell’impatto di un asteroide o di una cometa con la superficie terrestre oppure, in ogni caso, con lo … Continua a leggere »

Morte del libro?

Nella mia lunga carriera di operaio, tipografo e fotocompositore, incontravo ogni tanto qualcuno che aveva deciso di scrivere e stamparsi un libro, il proprio libro. Ricordo con affetto un’anziana maestra in pensione, il suo bel libretto dalla copertina nera, con su scritto semplicemente «Ricordi di scuola». Era una rassegna di oltre cinquant’anni di ricordi, senza particolari velleità artistiche, ma decisamente interessante e sincero. E perché poi un libro? Perché mai spender soldi per stampare un libro che avrebbe avuto al massimo qualche decina di lettori?
Sono convinto che per molti un libro abbia comunque una dignità particolare, come un oggetto … Continua a leggere »

Che cosa vuol dire morire

«Siamo così impreparati di fronte alla morte che l’unica risposta che la nostra cultura ipertecnologica sa offrirci è fingere che non esista. Ma è una scommessa: in pochi avranno la fortuna di varcare la porta a occhi chiusi, con passo leggero e svelto. E gli altri? Costruire una nuova cultura della morte, che non sia dominio esclusivo della medicina né rimozione di un evento inevitabile, è l’unica strada possibile. Di più: è un compito di cui essere all’altezza. Per questo è necessario che la filosofia scenda in campo e faccia la sua parte» (p. VIII). Sulla base di questa convinzione … Continua a leggere »

Amore e morte

Lev Nikolaevič Tolstoj e Thomas Mann, rispettivamente in La morte di Ivan Il’ič e La morte a Venezia, affrontano il tema del morire da due prospettive differenti, quella di Ivan Il’ič, che lo vive con orrore confrontandosi con la verità del suo vissuto, e quella di Gustav von Aschenbach, che corre incurante verso la morte, placando la follia di Eros, restituendolo all’imperturbabilità che aveva contraddistinto la sua vita. Due visioni filosofiche che non sono risposte definitive al tema trattato, ma viaggio lucido e disincantato dentro l’animo di chi scopre che la morte –di solito degli altri- adesso lo … Continua a leggere »

Perché non siamo il nostro cervello

Il titolo originale è esplicativo dei contenuti del libro. La mente, vi si sostiene, sta fuori dalle nostre teste, accade nell’intera corporeità, la quale è sempre aperta su un ambiente fatto di oggetti, eventi, persone. La mente non è quindi una cosa -di qualunque natura la si possa pensare- e non è neppure un processo, simile alla digestione che lo stomaco fa metabolizzando gli alimenti, ma è una sorta di danza, capace di creare forme a partire da una corporeità che si muove nello spaziotempo. La coscienza, che della mente è in qualche modo il nucleo, costituisce quindi una relazione … Continua a leggere »

Quel potere abnorme fondato sui “lacchè”

Nel suo lucido quanto impietoso saggio La libertà dei servi Maurizio Viroli sostiene la tesi che quello creato da Silvio Berlusconi (d’ora in poi, B.) nell’ultimo quindicennio sarebbe un «potere enorme» che invade ormai ogni sfera della nostra vita civile e politica. Per illustrare la situazione attuale l’autore parte da lontano: dalla nostra «debolezza morale» (strascico di una secolare esperienza di dominazioni straniere e di servitù), e soprattutto dal «sistema della «corte» così come è stato a suo tempo descritto dai vari Baldassar Castiglione, Machiavelli, La Boétie. Quest’ultimo – contemporaneo e amico di Montaigne – nel suo Discorso sulla servitù Continua a leggere »

Accedi | Gestione | Alberto G. Biuso e Giusy Randazzo © 2010-2023 - Periodico - Reg. Trib. Milano n. 378 del 23/06/2010 - ISSN 2038-4386 -

Free hit counters